" Questo posto è già diventato un punto di aggregazione e un bel esperimento di responsabilizzazione dei ragazzi più grandi verso i più piccoli. Stiamo organizzando turni, attività e portando avanti i nostri progetti: giornalino, la scrittura della sceneggiatura per il film sul terremoto e tutto ciò che man mano i ragazzi stanno proponendo. Stanno cercando materiali quali poster, disegni e altro che possano rendere questo posto un ambiente familiare e quanto più simile ad una stanza di una casa. E poi in questi giorni di caldo insopportabile da vivere all'interno delle tende, l'aria condizionata del container è davvero una boccata d'aria di normalità. La vita qui nel campo è davvero dura: in questa fase le persone, e ovviamente anche i ragazzini, si rendono sempre più conto della realtà di questa città, delle loro case sventrate e di tutte le cose che hanno perso, della quotidianità stravolta, delle relazioni sociali difficili. Infine c'è la convivenza obbligata in uno spazio troppo piccolo per permettere ai ragazzi di esprimersi. Vi dico la verità, sono stanca. Stanca di chiedere cose che non arrivano mai, la burocrazia e la sua lentezza che uccide gli entusiami e la voglia di fare. E poi, come mi dicono gli amici: sono "terremotata dentro" anche io. Ma ieri, nel vedere i ragazzini uniti nel cercare di dare delle regole all'interno del container, nel vederli felici di aver trovato un loro luogo...ho ritrovato di colpo tutto l'entusiamo. E tutto questo grazie a tutti voi. Da questo posto ricominceremo.
 
Un bacio grande, Tatiana "